13 Gennaio 2021

Le patologie cardiovascolari sono la prima causa di ricovero in Italia. La prevenzione, con uno stile di vita sano e il controllo del colesterolo Ldl, è la strategia vincente come ricorda la campagna di Fondazione Italiana per il Cuore

Come negli scacchi, anche per quanto riguarda la salute del cuore bisogna fare le mosse giuste per evitare lo «scacco matto». Una delle mosse vincenti è sicuramente la prevenzione, soprattutto quella secondaria che riguarda le persone che già hanno subito un evento cardiovascolare. Ed è proprio l’immagine di un uomo e di una bambina davanti a una scacchiera quella che accompagna la campagna “Il cuore conta su di te – Fai la mossa giusta”, promossa da Fondazione Italiana per il Cuore e Amgen Italia e rivolta ai pazienti che hanno subìto un evento cardiovascolare acuto. Nel nostro Paese le patologie cardiovascolari sono le più diffuse e colpiscono circa 5,5 milioni di persone, poco meno di una persona su 101; sono la prima causa di ricovero ospedaliero, con circa 1 milione di casi (il 14% del totale), per infarto, ictus o altre forme di ischemia; e sono ancora la principale causa di morte ( il 36% di tutti i decessi). Sempre in Italia, infine, si calcola che i costi sanitari diretti per queste patologie ammontino a circa 16 miliardi di euro, ai quali sono da aggiungere oltre 5 miliardi di costi indiretti.

Che cosa si può fare

«I pazienti che hanno già subito un evento cardiovascolare devono essere aiutati a mantenere un livello di attenzione adeguato sui corretti stili di vita da seguire», raccomanda Furio Colivicchi, presidente eletto dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) e direttore del Reparto di Cardiologia dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma. «In particolare, bisogna porre controllare il colesterolo LDL, che non è da considerare un fattore di rischio, ma la causa stessa della malattia, perché responsabile del meccanismo che porta all’ostruzione delle arterie e quindi all’infarto. Il controllo dei livelli di colesterolo LDL nel sangue è il centro tanto della prevenzione secondaria quanto dell’intervento terapeutico».

Effetti dell’epidemia

La prevenzione è ancora più importante in questo periodo, poiché l’epidemia ha ripercussioni negative sui pazienti affetti da malattie cardiovascolari, come informa la Società italiana di Cardiologia SIC4, si sta verificando una riduzione di circa il 50% delle ospedalizzazioni per sindromi coronariche acute. Nel caso dell’infarto il calo ha raggiunto il -26,5%, contribuendo a un aumento significativo della mortalità, che è arrivata al 14%, triplicandosi rispetto al 2019. Questi numeri sono dovuti alle interruzioni di controlli e terapie: in altre parole una mossa sbagliata. «Si tratta di un’emergenza nell’emergenza e per questo riteniamo che la campagna da noi promossa in collaborazione con Amgen abbia in questo periodo ancora più valore», commenta Emanuela Folco, presidente della Fondazione Italiana per il Cuore. “Dopo le cure ospedaliere, è fondamentale che il paziente sia consapevole che dovrà saper convivere con una malattia cronica che richiede terapie continuative e in alcuni casi limitazioni rispetto allo stile di vita passato».

Battere il colesterolo

Mantenere i valori di colesterolo LDL nei limiti di sicurezza è uno dei primi obiettivi dell’attività di prevenzione secondaria, non sempre facile da raggiungere. «Per i pazienti a rischio non seguire una cura contro l’ipercolesterolemia è una mossa sbagliata, aggravata dal fatto che le opportunità terapeutiche sono oggi potenziate da nuove classi di farmaci, tra le quali spiccano gli inibitori della PCSK9, che hanno dimostrato di avere un’ottima efficacia nel ridurre i livelli di colesterolo LDL (arrivando anche oltre il 50%) e un eccellente profilo di tollerabilità e sicurezza» spiega Pasquale Perrone Filardi, Ordinario di Cardiologia alla Federico II di Napoli e Presidente eletto della SIC (Società Italiana di Cardiologia).
«I pazienti devono essere informati che una terapia adeguata allontana il rischio di un successivo evento cardiovascolare», aggiunge Giovanni Esposito, presidente eletto GISE (Società italiana di cardiologia interventistica) e direttore di Cardiologia, Emodinamica ed UTIC dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. «Poiché l’emergenza Covid sta ostacolando quest’attività all’interno delle strutture, diventa allora importante non solo seguire a distanza i soggetti in terapia con il teleconsulto, ma anche attivare quanti più canali alternativi per continuare a sensibilizzarli».

Buone abitudini

E in questo viene in aiuto il sito www.ilcuorecontasudite.it, dove le persone con un rischio cardiovascolare (e i loro caregiver) possono apprendere le buone abitudini per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo, verificare con un test la validità dei comportamenti messi in atto. Conclude Maria Luce Vegna, Direttore Medico di Amgen Italia: «La terapia da sola non basta, il paziente deve adottare uno stile di vita sano,conoscere i sintomi per non sottovalutarli, e i fattori di rischio, come il colesterolo, che in chi ha già avuto un infarto, devono essere tenuti sotto controllo».

da Corriere salute