20 Gennaio 2022
L’inserto Corriere Salute ha ospitato – il 26 ottobre scorso – una lunga intervista alla professoressa Antonella Viola, immunologa della Università di Padova, in cui, fra l’altro, si è parlato anche di terza dose di vaccino. Il testo che segue è una sintesi di tale intervista e mette a fuoco in maniera chiara l’argomento.
Perché le autorità sanitarie hanno indicato la necessità di sottoporsi a una terza somministrazione di vaccino? Perché si è visto che dopo i 6-9 mesi dalla seconda iniezione vaccinale il tasso anticorpale tende a diminuire soprattutto nelle persone anziane e più fragili, per cui, pur mantenendosi una protezione della malattia grave da Covid, aumenta il rischio di contagio. Un richiamo, quindi, un secondo ciclo vaccinale, in grado di riattivare la produzione di anticorpi deve essere programmata.
Questa riduzione della difesa immunitaria si verifica per tutti i vaccini anche se Moderna sembra mantenere una maggiore efficacia e stabilità rispetto a Pfizer per una più elevata concentrazione di Rna messaggero.
Johnson&Jonhson monodose ha dimostrato una minore efficacia rispetto agli altri vaccini per cui coloro che l’hanno ricevuto dovrebbero essere i primi a fare una dose aggiuntiva, un richiamo, senza aspettare i 6 mesi e indipendentemente dall’età.
Il calendario per accedere alla terza dose è dettato dall’Ema (l’Agenzia del farmaco europea), applicato in Italia secondo il seguente ordine di priorità: immunodepressi, over 80, residenti nelle Rsa, personale sanitario, over 60 fragili.
La terza dose viene effettuata con vaccino Pfizer o Moderna, attualmente gli unici prodotti utilizzati in Italia, indifferentemente per qualsiasi vaccino sia stato precedentemente utilizzato. Non sappiamo ancora quanto durerà il potenziamento della risposta anticorpale che ne deriverà, così come non si conosce come cambierà il virus. Per il momento il vaccino è in grado di contrastare la variante Delta, ma non è escluso che con ulteriori mutamenti del virus non si debba procedere a nuovi vaccini tra un anno.
È possibile che, secondo l’andamento della pandemia, al momento della distribuzione del notiziario le indicazioni descritte possano essere superate da nuove disposizioni delle Autorità regolatorie.