10 Marzo 2020

“Dal Gennaio 2020 la popolazione italiana è interessata da un’epidemia causata da una nuova infezione, proveniente dalla Cina, determinata da un nuovo Coronavirus, identificato col nome di COVID-19. Questa infezione è probabilmente originata da un serbatoio animale e trasmessa all’uomo con capacità successiva di contagio interumano.

In passato sono già comparse due epidemie causate da altri Coronavirus: SARS nel 2002 e MERS nel 2012. I primi due casi di infezione da COVID 19 in Italia sono stati identificati in una coppia di cinesi, turisti in Italia, ricoverati a Roma il 29.01.20. L’infezione era stata denunciata nelle settimane precedenti dalle autorità sanitarie e politiche della Cina,con l’interessamento della città di Wuhan, regione di Hubei.

La diffusione del virus si è poi presentata in Italia, non più causa di una malattia da importazione, ma di cluster autoctono dal 18.02.20 con la comparsa dei primi casi a Codogno e nei comuni limitrofi; attualmente l’epidemia si è propagata in altri territori nazionali.

L’infezione interessa altri 79 Paesi nel mondo con un totale di oltre 95.000 casi, la maggioranza sul territorio cinese. Il nostro Paese, terzo per numero di casi nel mondo, presenta 3296 contagiati dal virus (148 deceduti e 414 guariti) alla data del 5.03.20, con particolare interessamento della Regione Lombardia. L’infezione si presenta con sintomi lievi o in asintomaticità nell’80% dei casi, ma con gravità variabile nel 20% sino all’insufficienza respiratoria, tale da richiedere interventi di assistenza respiratoria o intensiva. I sintomi principali sono tosse, febbre e difficoltà respiratorie, iniziati entro 14 giorni dall’esposizione con ammalati o con popolazione a rischio, dovrebbero indurre i pazienti a contattare telefonicamente il medico curante o i numeri messi a disposizione dalle autorità sanitarie per le informazioni del caso(800.894.545).
L’infezione si trasmette tramite la saliva o tossendo o starnutendo con contatti diretti personali, e con le mani non lavate toccando bocca, naso o occhi, raramente con contaminazione fecale.

Per questo motivo appare più importante evitare il contatto con eventuali secrezioni infette, ponendosi a circa un metro dalla potenziale fonte di emissione, lavandosi spesso le mani per 20”, evitando di portare le stesse agli occhi, al naso o alla bocca, porta d’ingresso del virus; isolare gli ammalati sino alla guarigione clinica e virale o i contatti a rischio per un periodo di due settimane, equivalente al tempo d’incubazione (2-14 gg).

Le raccomandazioni preventive sono soprattutto di carattere contenitivo e di igiene personale, utili per tutta la popolazione e, in particolare per le persone anziane e portatrici di comorbidità, come il diabete, le cardiopatie e altre patologie croniche per il rischio di complicanze legate direttamente al virus o allo scompenso di tali patologie associate.

Raccomandazioni del Ministero della Salute

  • Lavarsi spesso le mani.
  • Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani.
  • Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute.
  • Evitare abbracci e strette di mano.
  • Mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro.
  • Igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie).
  • Evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva.
  • Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani.
  • Coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce.
  • Non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico.
  • Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol.
  • Usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.

Il vaccino?

La vaccinazione per prevenire tale infezione, non è ancora disponibile a causa dei tempi necessari per il compimento delle fasi di sperimentazione; i farmaci specifici sono sperimentali e già utilizzati in altre infezioni (Ebola, Hiv) con riscontri promettenti, ma non ancora confermati verso il COVID 19.
In questa nuova e imprevedibile sfida per la salute pubblica, dobbiamo avere fiducia nella rete sanitaria nazionale e regionale, con la speranza di contrastare la diffusione dell’epidemia e curare gli ammalati con patologie respiratorie correlate.
Sono certo che lo sforzo e la responsabilità di tutta la Comunità potranno nei prossimi mesi arginare ed estinguere questa nuova epidemia, che sta causando danni alla salute e all’economia del nostro Paese.

Dr. Domenico Santoro
Medico Chirurgo
Specialista in Malattie Infettive e in Igiene-Sanità Pubblica
Primario Emerito dell’ASST Lariana