23 Ottobre 2020

Finalmente si parte, dopo i numerosi annunci frustrati anche dalla emergenza pandemia, in occasione delle manifestazioni per la giornata mondiale del cuore, diviene operativo lo studio epidemiologico sulle valvulopatie degenerative nella popolazione al disopra dei 60 anni, ambosessi.

L’invecchiamento della popolazione nella nostra società favorisce l’aumento dei fenomeni degenerativi (fibrosi e calcificazioni) a carico delle valvole cardiache, le più colpite sono l’aorta e la mitrale, l’una prevalentemente stenotica (ristretta), l’altra insufficiente. Il decorso della malattia è silente per molti anni fino a sfociare nei primi sintomi e quadri clinici di scompenso, sincope, angina, infarto e morte improvvisa nel giro di pochi anni. La prevalenza di questa patologia, bassa nelle prime decadi di vita e in quelle centrali, raggiunge percentuali elevate negli ultrasettantenni fino al 13% e più negli anni più avanzati.

E’ evidente come l’individuazione di tale patologia in una fase precoce preclinica, quando ancora non si sono prodotte lesioni a carico del muscolo cardiaco che espongono alle conseguenze accennate prima, possa con un intervento precoce di correzione, modificare in senso positivo la prognosi di questi pazienti. Oggi, oltre alla chirurgia tradizionale in circolazione extracorporea per la sostituzione della valvola nativa con una protesi biologica o meccanica, metodica generalmente riservata ai soggetti più giovani, sono state messe a punto metodiche meno invasive che consentono, per via percutanea, la sostituzione della valvola patologica. La TAVI (Impianto della Valvola Aortica via transcatetere) può essere applicata con relativa facilità anche in soggetti anziani, resi fragili anche per patologie associate, evitando il trauma chirurgico e le complicanze legate alla chirurgia tradizionale. Così per la mitrale, la cui grave insufficienza può essere corretta con la tecnica del “mitraclip” che, applicata attraverso un cateterismo cardiaco, ne limita la gravità riducendo l’escursione dei lembi valvolari.

Tali patologie vengono spesso sottodiagnosticate (in particolare nelle donne per quanto non vi sia una differente incidenza nei due generi), precludendo così la possibilità di un intervento precoce e tempestivo.

Per la loro prevalenza e per tali motivi  le valvulopatie degenerative sono state recentemente indicate come un problema di salute pubblica e individuato l’esame ecocardiografico come il test di screening elettivo, dal momento che non sempre un accurato esame clinico è in grado di svelare la presenza della valvulopatia.

È per questi motivi che abbiamo deciso, nell’ambito delle attività di prevenzione della Associazione, di avviare questo studio che prevede l’esecuzione di una visita cardiologica corredata di ECG ed ecocardiogramma da parte di specialisti cardiologi presso la nostra sede, naturalmente nel rispetto rigoroso delle norme anti Covid-19. In caso di diagnosi di valvulopatia il paziente verrà indirizzato a un centro ospedaliero per un ulteriore percorso di approfondimento diagnostico terapeutico.

I soggetti interessati sono pregati di rivolgersi alla nostra segreteria per la programmazione delle visite.